Dicono che lo yoga sia per tutti. Certo, facile quando pesi 40 kg, arrivi da anni di danza o ginnastica e hai la flessibilità di un giunco. Ma prova a fare certe posizioni quando hai le spalle ingobbite da anni di posture sbagliate e magari qualche kg di troppo.
E vogliamo parlare dell’outfit da yogi? Altro che leggings perfettamente abbinati al crop-top: se sei come me, la tua tenuta da battaglia include la maglietta del panettiere e i pantaloni larghi, perché certe divise non si scelgono: si ereditano.
Yoga per chi ci prova
Se non sei nato con il talento della flessibilità, lo yoga può sembrare un’agonia lenta. Ma non perché “non riesci a toccarti le punte dei piedi” (dai, quello più o meno ce la facciamo tutti). Il vero scoglio per me, è aprire le spalle e sciogliere la cervicale, senza sentirsi un pezzo di legno.
Eppure, ogni volta che ti metti sul tappetino, qualcosa cambia. Magari non oggi, magari nemmeno domani… magari mai: del resto, le spaccate non le facevo a 12 anni, figurati se mi ci metto ora.
Ciò nonostante, mi sono appassionata molto allo yoga. Non sono una natural, non ho mai avuto una mobilità da ballerina, eppure… i miglioramenti sono stati enormi. Non perché sia geneticamente predisposta, ma perché lo yoga è anche questo: costanza, resistenza, e la capacità di non prendersi troppo sul serio mentre ci si prova.
Mi fermo prima in molte delle posizioni avanzate, per una questione di autosopravvivenza… ma anche di serena accettazione: ma ti pare che tento certe posizioni da contorsionista del Cirque du Soleil? Ma no grazie, anche no. Sto serena così, qui nel mio livello base, certe cose lasciale fare alle ventenni che hanno finito di fare ginnastica ritmica l’altro ieri.
Perché fare yoga?
Perché è sfidante.
Io vengo da sport molto dinamici e di potenza (pallavolo, nuoto, sci): l’idea di un esercizio leggero non mi entusiasmava. Ho iniziato a fare yoga in un periodo dove ero appesantita e fuori forma, quindi per necessità più che per volontà. Poi ho scoperto che la fatica nello yoga esiste eccome. Dopo certe lezioni, altro che detox: grondo sudore come dopo un allenamento funzionale.
Perché è uno spazio senza giudizio.
Nessuno mi guarda, nessuno fa confronti. Anche quando tremo come un castello di carte pronto a crollare, cercando di tenere una posizione impossibile, nessuno ride di me. A meno che qualcuno non si ribalti da una posizione di equilibrio, nel qual caso ci ridiamo insieme.
Perché è accogliente.
La lezione inizia piano, da seduti, occhi chiusi, prendendosi quei primi minuti per “arrivare sul tappetino” e trovare la giusta concentrazione. Imparare a creare il proprio spazio mentale, attraverso il respiro, è una capacità di grande aiuto nella vita quotidiana, che consente di entrare nel flow più velocemente.
Perché se una cosa non riesce… stic***i.
Un mantra personale ormai. Ho imparato a stare serena, a restare concentrata e lasciar passare il momento di difficoltà: oggi non c’è proprio verso di stare su un solo piede senza perdere l’equilibrio? Fermati, respira, riprova. Che meraviglioso approccio da spendere nella vita di tutti i giorni!
Perché ti insegna a stare nel disagio, senza panico.
Proprio perché non sono una natural, perché sfrutto la forza più che la flessibilità, mi concentro molto sul respiro per trovare la calma quando tento certe posizioni (per me) impossibili. Il tempo di qualche respiro eh… non è che sono un fachiro indiano che passa le ore sui chiodi.
Avere imparato questo mi consente però di trovare pace nella mancanza di comfort.
Praticare la calma, resistere, imparare a convivere con il NON avere tutto chiaro: quante volte nella vita abbiamo tutto figured-out? Mai. L’allenamento a questo ha una portata enorme, decisamente utile anche fuori dal tappetino.
Lo yoga è per gli ImPerfetti
Quindi lo yoga è stretching e rilassamento, ma anche resistenza, fatica, concentrazione. È restare in una posizione anche quando la testa ti dice di mollare.
È sudare mentre cerchi di agganciare un piede dietro la testa e scoprire che, incredibilmente, dopo mesi (o anni) che provi, ci sei riuscito. Come diceva Julio Velasco:
"Non esistono cose facili o difficili. Esistono solo cose che io so fare e cose che non so fare (...)". Quello che oggi sembra impossibile, domani potrebbe non esserlo più. Perché tutto si allena.
Quindi sì, lo yoga è bello anche per chi non è flessibile; per chi usa la forza più della grazia; e per chi ha capito che non è la perfezione che conta, ma esserci.
Present, not perfect.